venerdì 26 settembre 2014

INTELEGERE

Adam mi ha detto "Tu hai gli occhi del demonio."
Io ho premuto il grilletto e gli ho fatto saltare il cervello.
E' con questi occhi che ho aggiustato il treppiedi, ho preso la mira e ho dato il colpo di grazia a un uomo buono.
Alla fine, se solo mi dispiacesse uccidere, direi che sono stato più triste per Adam che per lui, perchè Adam sta marcendo all'Inferno, e per lui non c'era scampo, e lo sapeva.
L'uomo buono invece era ancorato alla sua triste, triste idea di un 'Verse migliore. Non  avrebbe mai capito in che posto orribile viviamo per castigo divino.
Non sono triste per lui: l'ho aiutato a finire la sua corsa, prima di venire deluso.
L'ho aiutato a capire che il lieto fine non esiste.

ECLIPSA

"Le sue mani su di me."
Avevo bisogno di vederlo, un mostro. Il mostro sotto il letto, il tuo mostro dell'infanzia, D.
E allora l'uomo nero è tornato a New London. Da quanto tempo non vedevo mamma?
A casa mia niente è bloccato nel tempo: non è servita la morte di mio padre, figurarsi il fatto che sono scappato. Mia madre mi ha abbracciato. Secondo me ha dimenticato tutto.
 - Di cosa hai bisogno?
Non ha pianto. In effetti, non l'ho vista mai spendere una sola lacrima. Nè per me, nè per Victor.
 - Di Victor. - la mia unica risposta.
E mamma l'ha chiamato. Sempre più magro e curvo, sopracciglia a pensilina e l'aria di chi annusa merda tutto il tempo. Mia madre l'ha convinto a farmi un piccolo favore. Mia madre ha sempre avuto un grande ascendente su mio fratello.
E Victor mi ha lanciato addosso le fotocopie.

Adam Loverts.
Redland Rose Street, 256.


Flash.
Posteggio la moto a mezzo isolato dalla casa, ci arrivo dal retro. Ho osservato il vicinato per tutto il giorno. E anche la casa.
Redland Rose Street, 256. Una villetta a schiera come tante, piuttosto brutta, nella piccola città di Chestershire.
Flash.
Sua moglie, la seconda, se ne va a comprare le sigarette Sogghigno perchè in genere chi compra le sigarette scompare, questa volta sarà diverso. Entro in casa da una delle finestre basse lasciate aperte. Che coglione, Adam. Peccare dovrebbe averti reso paranoico. Invece te ne stai lì come un bufalo in veranda a spippettarti con la foto di tua figlia.
Flash.
Faccio cadere un vaso a terra. Maledetto vento, dici.
Esco alle tue spalle con la Weyland silenziata stretta in mano.
Tic Toc goes the clock.

"Alzati e parliamo."
L'orologio a muro è snervante, mi fa male la testa, così male che non riesco nemmeno a capire che cazzo mi dici, Adam. Non che mi importi, voglio solo farti pisciare addosso dalla paura.
L'uomo nero che terrorizzò il Mostro sotto il letto.
E poi mi dici "Quanto vuoi? 100 dollari? 200?" COGLIONE.
"Non voglio soldi."
Sei nelle mie mani, la canna della Weyland te l'ho premuta sulla nuca. Un calcio e Adam rotola in avanti.
"DIMMI DEI GIOCHI CHE FACEVI CON TUA FIGLIA."
Il mal di testa continua, deve smettere, fallo smettere, Adam, non mi provocare e andrà tutto bene, morirai, sì, ma subito. E invece no, cazzo, Adam, stai dicendo solo cose sbagliate, tutto, tutto sbagliato.
"Chi sei?"
Sorrido "Buh. Sono l'uomo nero."
... "Chi ti ha mandato?"
Lui ride e rido pure io. Mi hanno detto che è un buon modo di provare i nervi degli altri. E poi se rido penso meno al dolore martellante contro le tempie. Cristo, sembra che mi stiano colpendo con due badili in sincronia.
"Sono uscito dalla tua testa."
Va bene, non so come ci siamo arrivati, mi trovo a premergli con il piede sullo sterno, poi lui spara cazzate, e fa quel movimento brutto, schiocca la lingua contro le labbra, che cazzo di senso ha?
E io gli sparo contro la rotula, prima però metto su un po' di musica, alzo il volume così al massimo si becca un reclamo dai vicini, ma nessuno pensa che lo sto scannando come un vitello. E lui urla, esce tanto sangue, come quello che usciva da...ti sei divertito a prenderla?
E ancora il bastardo trova la forza di urlare "DIO PERDONA I MIEI PECCATI TI PREGO DIO LIBERAMI DAL MALE."
Non mi fotte che chiedi perdono a Dio, o a mia moglie, o a me, figlio di puttana. Volevo solo guardarti in faccia, perchè mi eccitava il pensiero di farlo. Non sono un cavaliere che uccide il mostro.
Sono l'uomo nero, mostro sotto il letto, e tu oggi hai perso.

Poi gli ho sparato in testa, ho visto il suo cervello sparso in giro insieme a pezzi di cranio e sangue, un buco perfetto. Raccolgo la foto di Delilah su cui ti spippottavi come un maiale, poi ti trascino sotto il letto: è quello il tuo posto, no?
Riempio il letto di benzina. E finalmente accendo quella dannata sigaretta, ho la testa dolorante, come avessero sparato a me: in fin dei conti sei fortunato, Adam. Non potrai più avere il mal di testa.
Aspetto che l'anima della Ganesha diventi rossa, poi la lancio sul letto. Le coperte prendono fuoco.
Per finire il falò ci butto dentro il disegno di Delilah, l'unico che ha fatto di te, credo. Un mostriciattolo nero con la faccia rossa. Non ti somigliava per niente.
Me ne esco mentre il fuoco continua a divampare. Effettivamente niente più mal di testa.
Ora va tutto bene.
Quando torno a New London mi vado a fare un goccio.

lunedì 22 settembre 2014

Dragoste

Mi hanno detto "Sei nel fiume." Nuota.
E allora ho detto .
Non è stata la prima volta, però secondo M. immergersi a nuova vita lava via tutta la lordura. Si fanno nuove promesse. E mentre mi immergevo ho ricordato gli occhi di Rox.
Ho morso le labbra, non ho urlato. Mi è entrata acqua nelle narici. Ti dibatti nell'acqua  e poi ti tirano su, come i bambini quando nascono.
Ero un marito. Ero un padre. Ero un fantasma senza faccia.
E ora? Chi cazzo sono, io, D.?
L'uomo nero che per amore tuo ucciderà il tuo personale Mostro sotto il Letto?
Uccidere è quello che so fare meglio. Il miglior regalo che ti posso fare è dargli una morte orrenda.
Sono in viaggio per New London. Quando questa storia finirà, non mi rivedrai. Volerò a Spartaca, D.
Salutami tutti quelli che non sono riuscito a salutare.
Bacia sulla fronte mio nipote T.
Ringrazia Miss V. e la sua bambina con gli occhi da adulta.
Fa' di tutto per capire se A. , il mio vecchio vicino, è reale o solo un fantasma. Anzi, non lo fare. Se è un fantasma, te lo regalo. E' il pizzico di follia che aiuta. E' per te.
Salutami M. Ringraziala ancora per il regalo che ci ha fatto. Dille di imparare a nuotare.
Non so se tornerò. So che quello che sto facendo lo devo fare.
E potrai finalmente guardare senza paura il buio sotto il tuo letto. Amore mio.

martedì 16 settembre 2014

Sper că

Sposami.
Ti ho detto "Sposami".
Ora ho preso il tempo che mi avevi chiesto e l'ho accartocciato. L'ho strappato, fatto a pezzi, distrutto. L'ho reso inservibile.
"Scappa."
V. era seria quando me l'ha detto. "Scappa con lei, vai su un altro sistema solare, non tornare mai più."
"." hai detto "Ti voglio."
Ci morirei, sulle tue labbra. Eppure quando le sfioro mi pare di poter vivere per sempre. Di essere immortale. Di poterti dare qualcosa invece di prendere e basta.
Non è giusto prendere?
V. oggi aveva una speranza. V. oggi era la speranza. Era bella. Mi stordiva starla a guardare. Lei ci credeva davvero, era calda. Calda e viva come te.
L'ho lasciata andare. Quella speranza non mi appartiene, non è mia.
Non. Devo. Volerla.

D. è te che desidero. Devo ricordarmi questo per renderti felice.
"Tu ci credi, al lieto fine?"
Tu lo vuoi, D. , nel tuo mondo tu desideri il lieto fine. E io te lo darò , anche se non ci credo.
Non mi sono mai chiesto perchè hai scelto me. Non ho mai avuto alcun dubbio al riguardo. Ci siamo trovati, riconosciuti e ci siamo presi.

Qualcuno ha fatto del male a mio nipote. So che non è davvero mio nipote, ma quello di qualcun altro: non vorrei così bene a qualunque creatura fosse uscita dai lombi di mio fratello.
Qualcuno ha fatto del male a mio nipote. Voglio sapere di chi si tratta. Voglio sapere di chi si tratta e fargli avere mal di testa. Tipo per tutta la vita.
T. lo sto facendo portare al sicuro. A. si prenderà cura di lui. E anche il mio dio personale, quello che mi ha ridato la faccia. Voglio che T. sia al matrimonio. Come testimone.

Voglio portarti via, D. Voglio dimenticare quello che sono. Voglio che tu mi aiuti a fingere di essere una brav'uomo. Fino a quando l'incantesimo non verrà rottoFino a quando mi aiuterai a portare il peso della mia nuova maschera di carne.

Flash.
Hotel. Capital City.
Sono appena tornato dal Bolden Sax. Eccomi davanti allo specchio. Sfioro barba ispida sul mento. Quasi non c'ero più abituato. Cresce male però, cresce a chiazze. La devo sempre tagliare via tutta.
Flash.
Penso alla speranza. Vedo l'estasi. La voglio.
Flash.
Afferro il rasoio e taglio. Profondo, lungo tutta la guancia. Sangue dentro il lavandino. Sangue sulla mia faccia.
Ma non c'è più speranza. Non c'è più niente. Solo il dolore.
Flash !
Sorrido a metà. Ti darò la vita che vuoi, amore mio. Mi frenerò fino a quanto posso.
Perchè tu possa fingere di aver dimenticato che hai dato tutto, corpo e anima, a un mostro.

giovedì 11 settembre 2014

DOAMNA

Mi hai chiesto più tempo.
Ma con quale coraggio? Come hai potuto? Quanto tempo ti ho già dato?
Mi dici che ho il tuo corpo, che ho la tua anima. Non mi pare, così.
Di che altro hai bisogno per uscire da quel covo di serpi e figli di puttana? Ti opprimono con le loro aspettative, ti uccidono tutte le volte che lambiscono il tuo sguardo. Ti invidiano.
E tu sei mia. Perchè io ti voglio. Ho bisogno di te.
Tu sei mia, non loro. Non hanno il diritto.
E tu , mi chiedi più tempo.
Ti ho detto che nessuno, nemmeno te stessa, potrà mai mettersi tra te e me. Che voglio essere libero di urlare quello che mi hai costretto a dirti di nascosto, in camera mia. Perchè io ho addosso un pezzo di te. E non è abbastanza, non è mai abbastanza.
The Queen has Fallen.
Non con me.
Ho mal di testa, ho davvero poca pazienza, sono a metà della seconda bottiglia di gin. Cerco di ricordarmi il colore degli occhi di Rox, mi viene solo in mente il verde smeraldo.
The Queen has Fallen.
Il tempo sta scorrendo. Usalo bene, il poco che ti resta.
Perchè quando suona il gong, se tu non vieni da me, arrivo, ti prendo e ti porto via.