lunedì 30 giugno 2014

INIMA BATE

[Scritto su un foglio volante, volato da chissà dove fin su una panchina appena fuori dal Tempio buddista]

Mia piccola L., mia pura essenza di vita,

Ho amato un angelo.

Un angelo che voleva morire. L'ho seguita, solo per godere dell'effetto della luce del santuario sulla sua pelle diafana.
Mi ha regalato un crisantemo, e io l'ho sgualcito tra le dita.
Ho colto ogni movimento delle sue iridi senza colore.
Ho tremato, ho cercato ovunque per seguire i suoi passi da lontano. Li ho solcati.
Ho toccato dove le sue mani si sono soffermate.

L'ho vista ovunque, perchè mi ha sconvolto il suo essere così
bianca e decadente.
E viva e morta insieme.
Perchè? Perchè gli angeli dovrebbero voler morire?
Che angelo sbagliato.

"Tu non sei un prisma."
Le ho fatto male. Meno male di quanto già lei si facesse di solito. Allora le ho porto il coltello.
E lei non mi ha colpito. Mi ha perdonato.
Non è un prisma. E' una santa.

"Anche Lucifero era un angelo." , mi hai detto , mia piccola L.
Sì, è vero.
Allora lei dev'essere la mia prova.
Allora lei può essere salvata.

Non sarò io a condannarmi. Io ho vissuto un miracolo.
Sarà Dio a farmi precipitare.
Ogni volta che sono con lei, sento di fare un torto a Rox.
Ma non posso fare a meno di lei.

Dio, perchè ho amato un angelo?
Tu non operi nel nostro universo. Tu giudichi e condanni. E allora, perchè ho fatto questo?
Pensavo che da morto sarei stato forte. Granitico.

Sono più debole di prima.
E il mio cuore, qualche volta, lo sento battere.

L., ho davvero così paura di scivolare via?

DOVE E' LEI?

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