domenica 10 agosto 2014

NIMIC

Ho sempre voluto sapere cosa vedesse una dea.
Le tue orbite vuote: l'ultima cosa che ho scorto prima del dolore.

E poi è finita.
Niente più tu. Niente più me , o i tuoi occhi.
Niente più me.
Solo buio profondo, la tua maledizione.
Urlo. Sono in un tunnel, non c'è niente attorno a me.
L'acqua che gocciola è sangue.
Così buio, oltre le iridi di una dea.

"Non voglio essere dimenticata. Non voglio vedere il mio volto cancellato."
"Non voglio gomme, solo segni che oscurano, che intersecano altri segni."

Confusione. No, nulla.
Il nulla non è già più nulla.

"Non abbandonarmi."

Chiamo il nulla e lo perdo.

[Sull'orlo della pagina, scritto così in piccolo che si fatica a leggere]
Ricordo cose che non ho mai vissuto, e dimentico volti che non dovrei dimenticare. D, ho bisogno di vederti. Devo sapere che non mi sfuggirai anche tu tra le dita come sabbia.


[Strappa il foglio. Lo strappa fino a quando ogni parola non diventa un universo a sè.]

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